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Lorenzo Bernini - Orizzonte degli Introvabili - Oggetti unici, particolari e....tanto altro

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Gian Lorenzo Bernini, Autoritratto (1623 circa); olio su tela, 38 × 30 cm, Galleria Borghese, Roma

 
 

“400° ANNIVERSARIO DELLA NASCITA DI GIAN LORENZO BERNINI”


Gian Lorenzo Bernini, architetto, scultore, pittore e scenografo nasce a Napoli nel 1598 e muore a Roma nel 1680.
Formatosi alla scuola del padre, Pietro, dominò col rivale F. Borromini la scena del Seicento romano. Egli raggiunse fra il 1620 e il 1623 una piena originalità nel “David” e in alcuni celebri gruppi di soggetto mitologico, fra i quali ”Il ratto di Proserpina” e “Apollo e Dafne”. Le sue sculture, caratterizzate dal movimento a spirale e da un suggestivo pittoricismo, che le fa vibrare nello spazio, sono fra gli esempi più alti della plastica barocca. Nella sua produzione successiva, tuttavia, non mancano eccellenti pezzi a se stanti, come il ritratto di Costanza Bonarelli, nel quale l’artista raffigurò la donna amata con palpitante sensualità, o l’altro , potentemente costruito, del suo protettore, il cardinale Scipione Borghese. L’attività di Bernini come architetto, iniziata al tempo di Urbano VIII° con i lavori di “Palazzo Barberini” assunse proporzioni ingenti e di rilievo urbanistico sotto il pontificato di Alessandro VII° (1655 – 1677). Oltre il grande “Portico di San Pietro”, sono di questo tempo “La scala regia” in Vaticano, la “Chiesa di Sant’Andrea” al Quirinale, opera prediletta dell’artista. “Il baldacchino e la cattedra di San Pietro” che col loro movimento avvolgente, le colonne tortili, gli effetti cromatici del bronzo è un autentico manifesto dell’arte barocca. Ma a Roma, oltre che all’interno della basilica vaticana, da lui ornata con magnificenza anche nei piloni della cupola, nelle navate laterali e nell’abside, la vena fastosa dell’artista, la sua esuberante virtuosità poterono dispiegarsi ampiamente nella ideazione di palazzi e giardini, di piazze e fontane. Nella sua opera più famosa “La cappella Cornaro” in Santa Maria della Vittoria, il Bernini, sensibile al misticismo devoto del tempo, raffigurò “L’estasi di Santa Teresa” secondo la drammatica descrizione riferita direttamente dalla Santa.
Il Bernini fu considerato dal suo tempo un Michelangelo redivivo e di certo non inferiore a quella di Buonarroti fu l’influenza che egli esercitò sul gusto dei contemporanei.

L’ascendente del Bernini si spense solo col sopravvenire del neoclassicismo.

 
 
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